17 dicembre 2020

Ruolo e prospettive del Benessere Animale nello sviluppo rurale Italiano.

Dai dati emersi dal Report pubblicato dal Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria (CREA), l’Italia è il Paese in cui misure adeguate sul Benessere animale sono presenti in più Piani di Sviluppo Regionali. Kiwa Italia, da sempre sensibile al tema, supporta le aziende nell’adozione di standard per il benessere degli animali.

Il Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria (CREA) ha recentemente pubblicato il documento Il Benessere animale nella programmazione per lo sviluppo rurale 2014-2020 nell’Unione europeache ripercorre le azioni intraprese dagli stati europei per l’applicazione della Misura 14, la normativa per la protezione degli animali da reddito, che nasce come risposta all’intensificazione produttiva degli allevamenti moderni dove i bisogni degli animali sono subordinati alle esigenze della redditività.

Prima del 2003 il benessere animale aveva una rilevanza molto limitata all’interno della Politica di Sviluppo Rurale, rappresentando un requisito per l’accesso solo ad alcuni benefici settoriali e ad alcune misure della PAC[1].

Con la Riforma Fischler è stata introdotta nella Politica di Sviluppo Rurale la misura per il miglioramento del benessere animale e alcune norme per la protezione degli animali, che entrano a far parte del Primo Pilastro relativo ai pagamenti diretti agli agricoltori attraverso la cosiddetta “condizionalità obbligatoria”. Si tratta di regole già obbligatorie che inseriscono il benessere animale tra gli elementi di riqualificazione del sostegno al settore agricolo (COM (2002) 394).

Questo orientamento è confermato nelle due programmazioni successive (2007- 2013 e 2014-2020), nonché nella proposta di riforma attualmente in via di approvazione.

In questo contesto, la Misura 14 è rivolta agli allevatori che si impegnano a realizzare interventi volontari (oltre i requisiti minimi stabiliti dalla condizionalità – Reg. UE n. 1306/2013) finalizzati a migliorare il benessere degli animali da reddito.

È dunque previsto un sostegno economico diretto a compensare l’aumento dei costi e/o la riduzione dei guadagni derivanti dall’attuazione degli interventi migliorativi come ad esempio l’aumento delle superfici a disposizione dei capi, la diminuzione della densità degli allevamenti, o l’introduzione di miglioramenti e adeguamenti tecnico-strutturali come il controllo delle temperature, la qualità dell’aria, o la gestione delle deiezioni.

Secondo i dati riportati dal documento, al 31 dicembre 2019, la misura 14 risulta attivata da 15 regioni europee nei relativi Piani di Sviluppo Regionali (PSR) rispettivamente da: Mailand (Finlandia), Baden Wuttemberg, Bassa Sassonia e Renania Westfalia (Germania), Calabria, Campania, Friuli, Lazio, Liguria, Marche, Sardegna, Umbria, Valle d’Aosta (Italia), Andalusia e Cantabria (Spagna). 14 Paesi finanziano invece la misura a livello nazionale, all’interno dei rispettivi Piani di Sviluppo Rurali Nazionali (PSRN).

Tra gli stati europei, l’Italia è il Paese in cui la misura sul Benessere animale è presente in più PSR regionali. Meritevole di attenzione è il caso della Sardegna, che secondo i dati finanziari emersi relativi ai programmi regionali è al vertice della spesa pubblica programmata con 225.638.229 €, seguita dalla regione tedesca Renania Westfalia con oltre 225 milioni di €.

L’impegno di Kiwa per il benessere animale

Il tema del benessere animale è diventato negli anni sempre più importante per il consumatore e così anche le certificazioni in accordo a standard che specificano requisiti per la custodia, la cura, all'allevamento e la separazione degli animali.

Grazie all’ esperienza nel settore, Kiwa Italia è in grado di supportare le aziende nell’implementazione di sistemi di qualità, garantendo l’adozione di standard per il benessere degli animali, non solo nel settore primario, ma anche nel settore della trasformazione e vendita del prodotto.

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[1] Nello specifico si trattava del pagamento per “la restituzione all'esportazione di animali vivi” previsto dal regolamento 1254/1999 relativo all'organizzazione comune dei mercati nel settore delle carni bovine e delle misure “Investimenti”, “Insediamento giovani agricoltori”, e “Miglioramento delle condizioni di trasformazione e commercializzazione” del regolamento 1257/99 sul sostegno allo sviluppo rurale.

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