29 gennaio 2020

Pubblicato l’Indice di Percezione della Corruzione 2019: l’Italia sale al 51° posto.

Il nostro Paese guadagna ben 12 punti dal 2012 ad oggi, ma l’ultimo anno segna una decisa frenata rispetto ai precedenti. L’Italia guadagna un solo voto in più rispetto al 2018, lasciando la sufficienza ancora lontana e molti problemi strutturali irrisolti.

Per corruzione s’intendono generalmente tutte le condotte che, a fronte di pagamenti in denaro oppure altri servizi non dovuti, operano non assolvendo i propri doveri ed obblighi. Le conseguenze derivanti dal fenomeno della corruzione sono ben note per tutti: mette a rischio la buona amministrazione, ostacola lo sviluppo e altera la concorrenza. Inoltre, aumenta il costo delle attività economiche, introducendo elementi di incertezza nelle transazioni commerciali, accresce il costo di beni e servizi e ne abbassa la qualità fino a distruggere la fiducia nelle istituzioni e interferisce con il funzionamento equo ed efficiente dei mercati.

L’Indice di Percezione della Corruzione 2019 (CPI) pubblicato a gennaio 2020 da Transparency International vede l’Italia al 51° posto nel mondo con un punteggio di 53 punti su 100, migliore di un punto rispetto all’anno precedente. L’Italia pur segnando un lieve miglioramento, rallenta la sua scalata alla classifica globale della corruzione.

Cos’è l’Indice di Percezione della Corruzione (CPI)?

Il Corruption Perceptions Index (CPI) è stato pubblicato per la prima volta nel 1995 come indicatore composito, utilizzato per misurare la percezione della corruzione nel settore pubblico in diversi Paesi di tutto il mondo. Nel corso degli ultimi 20 anni, sia le fonti utilizzate per compilare l'indice che la metodologia sono state rinnovate e affinate. Il più recente processo di revisione si è svolto nel 2012, con l’apporto di alcune importanti modifiche metodologiche che permettono, attraverso la selezione di specifiche fonti di dati, di poter confrontare i punteggi nel corso degli anni, cosa che non era possibile fare prima di allora.

La corruzione nel mondo

Dominano la classifica Danimarca e Nuova Zelanda come già l’anno scorso. Stesso discorso per il fondo del ranking, dove troviamo ancora Somalia e Sud Sudan.

In Europa oltre alla Danimarca fanno bella figura anche Finlandia e Svezia, mentre Bulgaria, Romania e Ungheria occupano le ultime tre posizioni della classifica continentale. A livello globale spiccano la caduta di Canada (-4 punti), Francia e Regno Unito (-3) mentre colpiscono in positivo la Spagna (+4) e la Grecia (+3). Tra i Paesi del G20 rimangono stabili Germania e Russia (rispettivamente con un voto di 80 e di 28 come nel 2018) mentre perdono due punti gli USA (69 contro i 71 precedenti).

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