1 giugno 2018

Aceto Balsamico ‘Tradizionale’ di Modena. Quando una singola parola fa un’enorme differenza.

A volte una singola parola, se inserita in un contesto particolare, può fare un’enorme differenza. Ed è quello che succede in questo caso per “tradizionale” con l'Aceto Balsamico di Modena, termine che porta con sé una storia lunga secoli ricca di tradizione.

Aceto Balsamico Tradizionale di Modena

Da secoli ormai, le famiglie modenesi producono l’aceto balsamico tradizionale, cuocendo e fermentando il mosto d’uva e facendolo invecchiare per anni, dando vita a un prodotto che tradizionalmente (permetteteci il gioco di parole, ndr.) veniva lasciato in dote ai figli in vista del matrimonio.

E gli stessi processi, gli stessi gesti vengono ripetuti oggi dai produttori, con tecniche più moderne è certo, ma sempre seguendo il metodo originale. Eredità di quest’epoca è anche una versione meno costosa, sicuramente differente quanto a qualità e caratteristiche intrinseche del prodotto, ma più usata tra le famiglie. Ma come possono i consumatori comprenderne le differenze al momento dell’acquisto?

Il Presidente del Consorzio dell'Aceto Balsamico Tradizionale di Modena con il BS Manager FFF di Kiwa ItaliaDue sono i sistemi messi in piedi dall’Unione Europea per rispondere a questo quesito e soprattutto per proteggere l’originalità di prodotti che, come l’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena, meritano di ottenere questo tipo di garanzie. Essi sono i sistemi DOP (Denominazione di Origine Protetta) e IGP (Indicazione Geografica Protetta), che proteggono l’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena attraverso attività di verifica e ispezione.

In questo contesto Kiwa Italia è un Organismo autorizzato dal MIPAAF (Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali) a esercitare l'attività di controllo come Organismo di Controllo privato in accordo alla legge n.128 del 24.4.1998 per i prodotti DOP, IGP e STG ed è iscritto all'Albo Nazionale degli Organismi di Controllo di cui al comma 7 dell'art. 14 della legge 526/1999, per l’Aceto Balsamico di Modena.

Kiwa controlla infatti la produzione dell’aceto balsamico dalla vendemmia, alla produzione del mosto fino a che non diventa aceto, esamina la quantità di prodotto della vigna, la quantità del mosto che produce e quanto questo venga lasciato a invecchiare e sostiene addirittura un’analisi sensoriale con esperti degustatori.

È proprio questo processo di analisi, conforme al sistema EU PDO, che protegge l’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena e lo contraddistingue dall’alternativa meno costosa che troviamo al supermercato.

Aceto Balsamico ‘Tradizionale’ di Modena: i numeri