Food Sustainability e sprechi alimentari. I numeri che dovresti sapere
Gli sprechi alimentari sono da sempre un problema condiviso e riconosciuto a tutti i livelli. Nonostante questo, la FAO (Organizzazione per l’Alimentazione e l’Agricoltura delle Nazioni Unite), nel suo ultimo rapporto, ha descritto un quadro piuttosto grave sugli sprechi alimentari evidenziando le dimensioni del fenomeno.
Lo studio condotto dall’Organizzazione per l’Alimentazione e l’Agricoltura delle Nazioni Unite ha evidenziato i numeri della problematica globale dello spreco alimentare, che evidenziano le dimensioni del fenomeno e che tutti dovrebbero conoscere considerando che combattere lo spreco di cibo e offrire sicurezza alimentare di fronte ai cambiamenti climatici è una delle maggiori sfide della nostra epoca.
Quali sono i fattori più importanti da conoscere?
- Circa un terzo del cibo prodotto nel mondo per il consumo umano ogni anno (1,3 miliardi di tonnellate) viene sprecato;
- I paesi industrializzati e quelli in via di sviluppo dissipano all'incirca le stesse quantità di cibo - rispettivamente 670 e 630 milioni di tonnellate
- Ogni anno, i consumatori dei paesi ricchi sprecano quasi la stessa quantità di cibo (222 milioni di tonnellate) dell'intera produzione alimentare netta dell'Africa subsahariana (230 milioni di tonnellate);
- Grandi quantità di cibo sono sprecate a causa di Standard di Qualità che enfatizzano l'aspetto nella vendita al dettaglio;
- La perdita di cibo si traduce in un grande spreco di risorse, tra cui acqua, terra, energia, lavoro e capitali. Inoltre lo spreco di cibo produce emissioni di gas serra, contribuendo al riscaldamento globale e ai cambiamenti climatici.
Quali approcci sostenibili si possono attuare?
Insieme, produttori, agricoltori, governi e consumatori, possono attuare approcci e azioni che aiutino a migliorare la sostenibilità del settore agricolo. Paesi come Francia e Irlanda hanno da tempo messo in atto nuovi approcci che mirano a migliorare l’attuale situazione e raggiungere obiettivi di sostenibilità agricola.
L’Irlanda si distingue per aver apportato cambiamenti nello sviluppo agricolo. Grazie al programma nazionale Origin Green, ha mobilitato agricoltori e produttori irlandesi ad impegnarsi nella sostenibilità della filiera agricola con importanti conseguenze positive come la riduzione del consumo di acqua e delle emissioni di gas serra.
La Francia invece, ha introdotto, nel 2016, una legislazione che impone ai supermercati di ridistribuire il cibo in scadenza a enti di beneficienza e ha attuato politiche di agroecologia con l’obiettivo di combinare al meglio le prestazioni economiche, ambientali e sociali.
Il settore agroalimentare e la Responsabilità Sociale
Uno degli ostacoli da superare per realizzare gli obiettivi preposti dall’agenda internazionale dei Sustainable Development Goals è quello di non considerare la responsabilità sociale e le attività di settore delle aziende come due mondi separati.
Infatti soltanto inglobando la sostenibilità alle strategie corporate è possibile perseguire gli obiettivi della comunità internazionale.
A questo scopo, il futuro standard ISO 26030 – Sviluppo Sostenibile e Responsabilità Sociale – (ora in via di sviluppo), fornirà le linee guida per l’utilizzo della ISO 26000 – Responsabilità Sociale – per integrare le questioni centrali della responsabilità sociale all’interno della filiera agroalimentare, al fine di armonizzare su scala internazionale i differenti approcci finora utilizzati. Tra gli obiettivi che mirano a contribuire alla realizzazione dei Goals, c’è anche il supporto alle organizzazioni su come operare in una maniera etica e trasparente che contribuisca allo sviluppo sostenibile.
L’impegno di Kiwa per Te
Kiwa, uno dei leader globali nel settore del Testing – Inspection - Certification (TIC) lavora nel cuore della società: il suo obiettivo è creare fiducia nella qualità, salute, sicurezza e sostenibilità, al lavoro come a casa. Kiwa è quindi molto attenta all’attività sostenibile e desidera che i propri clienti e stakeholder pongano la stessa attenzione verso l’argomento
Fonti: www.fao.org - www.weforum.org
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